Zerial Art Project è lieta di presentare In the Dusk, una mostra virtuale dedicata all’artista triestino Paolo Cervi Kervischer a cura di Alice Montanini.
La rassegna propone una selezione di dieci opere in acrilico su tela, realizzate dall’artista tra il 2007 e il 2012, in cui sono rintracciabili i toni e i motivi ricorrenti, gli stilemi e l’intensa sensibilità che contraddistinguono tutta la sua produzione. Il titolo della mostra è volto ad enfatizzare la suggestione crepuscolare che caratterizza questo corpo di opere, dove il lirismo dell’espressione pittorica di Kervischer si concretizza in stratificazioni nervose e gocciolanti di materia e colore, messaggi oracolari e frammenti di immagini dense di memoria, che sembrano confondersi in un’unica visione onirica.
Figure sole e dai contorni incerti emergono dalla trama pittorica come allucinazioni impalpabili, fortemente presenti, ma lontane e irraggiungibili. Ombre misteriose, evanescenti, che sembrano soffermarsi al confine tra visione e sogno, immaginazione e realtà. In opere quali Drip Drip Drip Stillicidio, In the Dark per Emily Dickinson, Aporia Next, Oh Beauté, ritroviamo diversi nudi di donna in pose provocanti, che ricordano la conturbante sensualità dei ritratti intimi e malinconici di Egon Schiele. Tuttavia, nell’opera di Kervischer, queste apparizioni trasudanti di erotismo si danno al nostro sguardo come frammenti di corpi senza volto, impedendo così allo spettatore di stabilire con essi qualsiasi forma di contatto. La presenza enigmatica dell’Altro come elemento estraneo, tuttavia ostinatamente presente, può essere vista come una riflessione dell’artista sulla condizione di alienazione e di inaridimento che caratterizza la nostra socialità virtuale, in cui ci troviamo costantemente connessi, ma pur sempre estremamente distanti.
La sua pittura crea suggestioni visive dal forte carattere simbolico, dove la narrazione pittorica si integra alla parola scritta, invitando così il nostro occhio a soffermarsi per dare nuova voce a segni e parole che evocano un tempo antico, altro, il cui messaggio riverbera sulla tela come un’eco. Come abbiamo visto per le figure, anche la scrittura che troviamo in queste tele sembra sfuggire una narrazione precisa. Lavorando per stratificazioni, iterazioni e riduzioni, l’artista trascrive come in un flusso di coscienza composizioni di motivi grafici il cui significato sembra darsi, per poi subito perdersi nell’elaborato intreccio di segni, atmosfere, racconti, memorie ed incalzanti rimandi alla cultura classica e alla tradizione dell’arte che formano il dinamico divenire pittorico di Kervischer.
Alla luce della condizione di isolamento e distanziamento dall’altro che stiamo vivendo in questo particolare periodo storico di pandemia globale, il problema dell’incomunicabilità del nostro tempo affrontato da Kervischer assume qui una nuova connotazione, offrendo lo spunto per tornare a riflettere sulla necessità di indagare quella dimensione spirituale dell’esistenza, attraverso un rinnovato lessico universale di valori umani condivisi.